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DR.SSA PATRIZIA CARRAFELLI
Psicologa e psicoterapeuta
L’esperienza della perdita di un bambino durante la gravidanza purtroppo è comune a molte coppie.
I dati indicano che almeno in un caso su dieci si verifica un aborto spontaneo, le moderne ricerche sottolineano che la reazione di sofferenza che si sperimenta dopo la morte del feto è simile ad un vero e proprio lutto.
Per i genitori la perdita è inaccettabile e spesso la coppia necessita di un sostegno psicologico per superare la crisi, poiché si ha la sensazione che neanche successive gravidanze possano mai sostituire il figlio che si è perso.
In genere la portata del dolore non è percepibile all'esterno, quindi parenti ed amici tendono a sottovalutare l'intensità della sofferenza.
Sono state fatte delle ricerche che indicano che il dolore nelle donne viene sperimentato anche negli anni successivi all'aborto spontaneo, esso purtroppo non si affievolisce con un'altra gravidanza andata a buon fine.
La maggior parte degli studi si è concentrata sulle mamme, ma ciò non vuol dire che i papà siano esenti dal dolore. Le mamme e i papà hanno modi diversi di reagire, in genere le donne tendono a manifestare ansia o depressione, gli uomini invece tendono ad utilizzare alcool o sostanze per alleviare il dolore.
Bisogna quindi rassicurare le coppie che il dolore che si sperimenta non ha nulla di patologico, anzi rappresenta una fase fisiologia di elaborazione del lutto. Questi dati servono ad evidenziare quanto sia significativo il rapporto che esiste tra madre e figlio durante la gestazione.
La terapia che si utilizza con le coppie che subiscono questa perdita si basa sulla facilitazione della comunicazione dei sentimenti e del dolore, al fine di elaborare la perdita. L’obiettivo finale è quello di riuscire a pensare sempre più con distacco all'aborto o al bambino immaginato e ritrovare una serenità di coppia.
In un clima favorevole ed accogliente i partner imparano a confrontarsi sulla propria esperienza rispetto alla perdita, a comprendere le reazioni al dolore che appartengono all’altro e che sono sembrate distanti ed indecifrabili.
Riferimenti bibliografici
Ricerca sperimentale dell’università di Munster, 2005; Università di Rochester; 1995